Da Gazduna.com del 30/1/2014
Salute? No, grazie. Intervista al creatore di STARMALE: la rivista online di cose brutte, malesseri e disagi
Quante riviste parlano di salute e danno consigli su come star bene? Esatto: troppe. Finalmente ce n’è una che, per controbilanciare, fa esattamente l’opposto: STARMALE, il mensile che parla di cose brutte, malesseri e disagi.
Tipo: come cannare un colloquio di lavoro. Come combattere lo stress tramite l’auto-compatimento. Gastroprotettori: perché è giusto abusarne. E poi ci sono gli utilissimi consigli di vita: come fingersi ambiti a Capodanno grazie a un simulatore di SMS, o i passi indispensabili per rendersi ridicoli durante un funerale. Tutte cose fondamentali da sapere, insomma. Siamo sinceri, oggigiorno se non sei capace di sospettare dei tuoi cari o provocarti un attacco di panico non sei nessuno!
Emanuele Martorelli è il folle ideatore della rivista. Potevamo forse non intervistarlo riguardo questa sua creatura? Certo che potevamo! Ma lo abbiamo fatto lo stesso.
Ciao Emanuele, ti va di spiegare ai nostri amici come è nata l’idea di un mensile dagli argomenti a dir poco anti moralistici e irriverenti?
Una simile rivista è il minimo sindacale per un’epoca che piange miseria e, al contempo, tronca di netto qualsiasi discorso aperto su temi come morte o depressione, presupponendo infine positività low budget. In contesti editoriali dove a malapena si sopravvive, STARMALE è nato con il preciso intento di sopravvalutarsi.
E dove è nato, esattamente? Se in bagno, un punto per me.
In bagno nascono le cose migliori: eppure è difficile sopravvalutarsi davanti ad un accessorio come il bidet. Per questo la rivista nasce altrove, che è al momento l’unica sede legale a non subire una tassazione scellerata.
Ma parliamo di alcuni temi trattati nel mensile STARMALE – che qui viene il bello -. Perché pensi che i tuoi lettori debbano sapere, per esempio, quanto in realtà sia importante creare diffidenza e malcontento in ufficio (STARMALE n.2)? O allenarsi per dare l’impressione di essere appena usciti da un brutto lutto (STARMALE n.1)? O, ancora, convertirsi ad una religione politeista proprio la Vigilia di Natale (inserto di Dicembre)?
Ai tre punti di cui sopra si può dare una risposta univoca: il segreto è sperperare idee e contenuti come se non ci fosse domani alcuno. Svilendo tra l’altro chi ti intervista o ti recensisce e costringendolo a formulare domande o periodi che, per il 92% circa, ricalcano quegli stessi contenuti senza nulla aggiungere al lettore. Il quale, a quel punto, si ritrova solo a dover constatare la propria mortificazione.
Nella vita di tutti i giorni, ti consideri una personcina “a modo “o sei più uno di quei tipi che si svegliano al mattino e ingurgitano qualche miscuglio semiliquido che meno sano non si può?
Resto nella media: mi considero un modesto decostruttivista con tendenze giacobine.
Quali sono per te le cose più brutte e meno sensate della vita?
Sapere che alcuni quotidiani, nonostante una conclamata crisi che evidentemente è ancora fiacca e poco incisiva, continuano ad essere stampati e depositati in edicola.
Quando stai male, come ti curi?
Fingo malori importanti per ambire al codice rosso. A quel punto gli altri sono obbligati a curarmi.
Il tuo più grande disagio?
Assistere al crollo delle ipotesi futuristiche formulate tra gli anni ’60 ed i primi ’80: nessun teletrasporto, nessun viaggio interstellare (che tra l’altro abbia costi inferiori ad un Frecciarossa), nessuna utilitaria volante in grado di dribblare tangenziali e ausiliari del traffico, il viaggio nel tempo (esclusi presente e futuro) è possibile solo visitando una scuola pubblica o le pagine dei palinsesti Rai. L’umanità ha debellato il vaiolo ma non le code postali. Siamo nel 2014, eppure si è ancora costretti ad uscire di casa intrattenendo sciatti rapporti sociali per comperare un tozzo di pane. L’informatizzazione si è arenata su youtube. La carne non si assume in pillole. Mi sento decisamente frodato.
Ma tu, caro Emanuele, come stai?
Ho tendenze verticali, almeno per ora: suppongo sia un bene.